Pierantonio Volpini

Illustrazioni per la silloge "Mansì" di Umberto Zanetti
Di Pierantonio Volpini

Per un artista fare delle le illustrazioni che completino una raccolta di poesie richiede molta attenzione ai testi e allo stile dell'autore e nel caso di poesie in lingua dialettale, anche se accompagnate dalla traduzione, solo la conoscenza della stessa lingua dialettale da la possibilità di coglierne a pieno gli intimi significati, le asperità ritmiche e le immagine raccontate.

Ho deciso d'illustrare i versi di Umberto Zanetti, perché mi hanno richiamato alla mente evocate dal dialetto, ricordi della mia infanzia e perché leggendo attentamente le sue poesie ho trovato una forte contemporaneità nei contenuti, che ha saputo esprimere liricamente con ritmo musicale.

Illustrando “Mansì”, ho scelto di non dare un taglio figurativo-descrittivo sullo stile di Pietro Annigoni sei suoi disegni del 1929-33 della Val Trompia riprodotti nel libro “La Val Trompia”, (Edizioni Galleria Levi, Milano,1971), o le famose tavole di Luigi Angelini visibili nei “Disegni di viaggio”, (Bolis Edizioni, Bergamo, 1982), ma ho cercato di dare una immagine più legata alla contemporaneità, concettuale e figurativa, ma anche estetica come è nella mia ricerca e nel mio stile.

Anziché rifarsi a una raffigurazione tradizionale dei luoghi in cui si svolgono gli avvenimenti, così come sono o potevano essere in passato, ho riflettuto sul significato delle poesie e le ho analizzate da più punti di vista per capire quale raffigurazione si ad diceva meglio al senso della raccolta. Il leitmotiv dei nastri che si ritrova anche in molte delle mie sculture mi è sembrato il più adatto e ho deciso di far attraversare l'intero testo da questi nastri.

Mi è sembrato il modo migliore per commentare visivamente, rafforzandoli, i contenuti delle poesie che ho letto non solo come brevi racconti, li ho letti e interpretati anche dal punto di vista della loro musicalità e ritmo. Nel mio lavoro ho cercato di equilibrare i rapporti fra pieni e vuoti della grafica complessiva del libro, in pratica ne ho voluto fare un bell'oggetto al di là dei suoi contenuti e uscire dalla logica della pura illustrazione, in pratica è stata per me una occasione per sperimentare.

A ogni bianca e volta di pagina ho associato un disegno che va visto non tanto per la sua figuratività ma come interpretazione della musicalità dei testi e fanno da contrappunto al loro ritmo, sia linguistico, che nel susseguirsi delle immagini evocate.

Ho elaborato il tema del nastro secondo le ispirazioni momentanee e quello che la mia creatività di volta in volta mi suggeriva. Il nastro, che si gonfia o si contorce, che a volte è adagiato e a volte quasi annodato, segue l'andamento grafico del testo nella pagina e, contemporaneamente, l'andamento del ritmo delle poesie.

Il nastro raffigurato non ha consistenza materiale definita e può essere interpretato soggettivamente, può essere metallo, a me molto caro come scultore, può essere raso o velluto, per le anime gentili e bucoliche, può essere cuoio nelle menti contadine o di chi è radicato alla terra e alla sua naturalità nonostante il passare del tempo.